POETANDO

In questo blog raccolgo tutti gli scritti, poetici e in prosa, disegni e dipinti di mia ideazione. Recensioni stilate da me e da altri autori. Editoriali vari. Pubblico poesie, racconti e dialoghi di vari autori.Vi si possono trovare gallerie d'arte, fotografie, e quant'altro l'estro del momento mi suggerisce di pubblicare. Sulla banda destra della home page, appaiono i miei e-book poetici ed altre sillogi di alcuni autori. Così come le riviste online de L'Approdo e de La Barba di Diogene, tutto si può sfogliare, è sufficiente cliccare sulla copertina. Aggiungo che , sempre nella barra a destra della home page ci sono mie video poesie, con sottofondo musicale. E' sufficiente cliccare sull'immagine per ascoltare testo e musica, direttamente da YouTube. Tutte realizzate dalla eclettica Anna Montella., Ci sono poi i miei libri scritti nel corso di circa 10 anni. Buona lettura e buon ascolto!

mercoledì, agosto 31

Il cuore danza di Carmine Mondelli





Il cuore con 
movimenti armonici,
ritma lo spazio,
eleva lo spirito,
libera il corpo.

Il cuore danza,
ne prende il passo,
sente la musica,
e prende la posizione.

Lo spazio si dilata,
prende forma e sostanza,
l'armonia crea magia,
e onde ed emozioni,
creano alterazioni.

Il tempo si ferma,
il vuoto scorre e si trasforma
per nuove alchimie.

Tutto torna all'origine,
l'armonia, diventa legge,
in perfezione si trasforma
per dare nuove aurore.

Le alterazioni, diventano 
punti di contatto,
per nuovi incontri.

Il battito si sincronizza 
con le vibrazioni,
il moto come un pendolo
si trasforma in rivoluzione.

A tempo tutto entra
in sintonia, 
per nuove trasmissioni.
Allora si che diventa perfezione.


Carmine Mondelli

martedì, agosto 30

Un posto dove finalmente il vento riposa


Un posto dove finalmente il vento riposa.

Uno specchio dove io possa vedere un tuo riflesso sincero.
Un libro che mi spiega da dove ricominciare.
Un figlio con il mio cognome e gli occhi di mia madre.
Un perdente che mi fa vincere finalmente.
Una penna e un foglio e l’immenso già dentro.
Una ragione che non sia un vuoto a perdere.
Un Santo disposto a farmi da garante.
Una musica con le mie parole a fianco.
Una matita che non si consumi.
Il mare e la possibilità di starci in mezzo.
La neve e un Natale come l’ultimo felice.
Che io riesca a non essere compresa male.
Nessun ritorno, così sto bene.
Vorrei.



Maria Attanasio

Aiutami nel giorno del silenzio


Aiutami nel giorno del silenzio 

quando trafugherò tra le rovine
e non avrò neanche una bocca a sorreggermi
mentre il cielo tracollerà i suoi lembi
nella calda tomba
e non resterà che assaporare il giorno
nell'atto sublime della magnificenza. 
Aiutami ti dico, mia integrità 
a discernere, la stoltezza dalla miniera;
tra la porpora d'un fiore ancora vergine
e il rovo che attecchisce senza sole. 
Ti dico, e credimi, 
che nessuna forza viene
dall'imberbe faccia dell'io
se nessun Noi alberga 
in una casa felice
e non dissemina le spoglie 
nell'urna della guarigione. 
Ti dico, e credimi, 
che sempre bisogna combattere
tra la bestia e Dio.



Alessia D’Errigo

Il grande cuore dell'artista Alessandro Nastasio

Anche nei giorni uggiosi, piovosi, tristi o semplicemente noiosi, accade qualcosa che illumina e conduce al sorriso.
Oggi ho ricevuto un meraviglioso e graditissimo dono, da parte dell'artista milanese Alessandro Nastasio. Un dono inaspettato, immeritato, ma molto gradito. 
Per il semplice fatto di aver pubblicato sui miei tre blog qualche pagina dedicata a lui e alle sue opere, ha sentito il bisogno di ringraziarmi, spedendomi ben 4 litografie acquerellate a mano. Riguardano la Musa della danza Tersicore, e sono davvero particolari. Ne ho fatto scansione ma, essendo molto grandi, non sono uscite per intero. Rendono comunque l'idea della grandezza artistica del pittore. 
Con estremo piacere pubblico la lettera autografa che accompagna le opere ricevute e le opere stesse,compreso il dossier che le raccoglie, anche quello suddiviso in più parti, non entrando nella fotocopiatrice.
La ballerina Luciana Savignano gli fece visita nel suo studio, e credo che Nastasio si sia ispirato a lei, nel concepire queste opere.












Un GRAZIE di vero cuore al celebre pittore Alessandro Nastasio e al comune amico Prof. Roberto Vittorio di Pietro, per averci fatto conoscere.

Danila Oppio




lunedì, agosto 29

La calligrafia

Nell'articolo precedente abbiamo trattato della scrittura, dagli inizi fino alla stampa.
Ora invece desidero parlare di calligrafia, ovvero la bella scrittura.
Ricordo i tempi di scuola, quando la maestra ci insegnava i vari stili di scrittura manuale: il posato, il rotondo, il gotico, il corsivo. Ma commetteva, come tutti, un errore di fondo: ci diceva: fate il compito in classe in bella calligrafia. Che senso aveva, se calligrafia significa già "bella scrittura"? Avrebbe potuto dire; stendete il vostro compito in bella scrittura, o in bella grafia.

A conferma di questa mia tesi, la stessa Accademia della Crusca dice:
































Ricordo che mi insegnavano come scrivere bene, usando penna e calamaio, e pennini particolari, adatti ad ogni tipo di stile.













Quest'ultima prova di scrittura, in alcuni stili, cita un aforisma che dovrebbe essere inciso a caratteri cubitali nella nostra mente. 
Oggigiorno la bella grafia non si usa più, tutti scrivono secondo il loro stile, a volte illeggibile come certe ricette mediche (per fortuna attualmente i medici usano il pc e stampano!). 
Gli insegnanti tendono a dare priorità ai contenuti piuttosto che alla scrittura, ma poi si lamentano di non riuscire a leggere i compiti assegnati agli studenti, perché scritti con le zampe di gallina. 
Danila Oppio

un po' di storia della scrittura e del materiale utilizzato

Nel Medioevo si sviluppò l’arte della carta; il termine papererius ricorre sin dal XIII secolo e al secolo XIV risalgono notizie sui battitoi di Raimondo Pascalis e di Arrigo Ruzzinelli e fratelli.  Nel 1370 il comune possedeva un baptenderium papiri, che affittava, mentre nel 1374 fece domanda di poter costruire una cartiera sul canale Moirano, dove probabilmente ne era situata già una. Col trascorrere degli anni le cartiere aumentarono. (…)
Pinerolo, sin dal XV secolo ebbe la sua tipografia, costruita, secondo la tradizione, intorno al 1473 dal celebre Jacottino de Rubeis.  (da Storia di Pinerolo) curato da Mauro Maria Perrot. La lettura di questo trattato, mi ha convinta a raccogliere dati relativi alla scrittura e al materiale sulla quale veniva apposta. A chi ama scrivere, penso che possa interessare, anche se di certo sarà già edotto sul tema. Un ripasso però non guasta, vero?

La storia della scrittura è, in primo luogo, lo sviluppo del linguaggio, espresso con le lettere o altri segni lo studio e la descrizione di questi sviluppi. Nella storia di come si sono evoluti i sistemi di rappresentazione del linguaggio attraverso mezzi grafici,nelle diverse civiltà umane, appare che i sistemi di scrittura più completi sono stati preceduti da proto-scrittura, sistemi ideografici e/o all'inizio rappresentazione di simboli mnemonici. La vera scrittura, in cui l'intero contenuto di un'espressione linguistica è codificato in modo che un altro lettore possa ricostruire, con un buon grado di precisione, l'esatta espressione scritta, è uno sviluppo successivo, e si distingue dalla proto-scrittura che evita in genere la codifica grammaticale delle parole, rendendo difficile o impossibile ricostruire con sicurezza l'esatto significato inteso dallo scrittore, a meno che una grande parte del contesto sia già nota in anticipo. Una delle prime forme di espressione scritta è quella cuneiforme.
La scrittura cuneiforme è un sistema di scrittura che si eseguiva con uno stilo, imprimendo sull'argilla particolari segni composti da brevi incisioni a forma piramidale e appuntita, che possono ricordare dei chiodini o dei cunei, da cui appunto la definizione di scrittura cuneiforme.
Si tratta di una delle prime forme di scrittura documentate nel Vicino Oriente (Persia). Attraverso i secoli la rappresentazione pittografica dei segni assunse sempre più un aspetto stilizzato, e le stesse linee, originariamente disegnative e continue, furono segmentate in una serie di tratti, o cunei, divenendo sempre più indipendenti dalle forme originarie, e quindi sempre meno riconoscibili.
La rappresentazione grafica dei numeri iniziò molto prima della scrittura della lingua.
È generalmente accettato che la vera scrittura della lingua sia stata inventata indipendentemente in almeno due luoghi: Mesopotamia (in particolare, dagli antichi Sumeri) intorno al 3200 a.C. e in Mesoamerica intorno al 600 a.C. Sono noti diversi scritti mesoamericani, il più antico dei quali è degli Olmechi o Zapotechi del Messico.
Si è dibattuto se i sistemi di scrittura siano stati sviluppati in modo completamente indipendente in Egitto intorno al 3200 a.C. e in Cina intorno al 1200 a.C., o se la comparsa della scrittura in uno o entrambi i posti siano stati dovuti a diffusione culturale (cioè il concetto di rappresentazione del linguaggio utilizzando la scrittura, anche se non le specificità di come un tale sistema funzionasse, venne portato dai commercianti da una civiltà già alfabetizzata).
I caratteri cinesi sono molto probabilmente un'invenzione indipendente, perché non vi è alcuna prova di contatti tra la Cina e le civiltà letterate del Vicino Oriente, ed a causa delle differenze fra gli approcci di rappresentazione fonetica fra la Mesopotamia e la Cina. I geroglifici egizi sono dissimili dalla scrittura cuneiforme mesopotamica, ma somiglianti nei concetti e nella più antica attestazione suggeriscono che l'idea della scrittura possa essere arrivata in Egitto dalla Mesopotamia. Nel 1999 apparve su Archaeology un articolo che sosteneva il fatto che i primi geroglifici egiziani risalivano al 3400 a.C. "... sfidando la convinzione diffusa che i primi logogrammi, simboli pittografici che rappresentano un luogo specifico, un oggetto, o quantità, si siano evoluti in più complessi simboli fonetici in Mesopotamia."
Un dibattito simile circonda la scrittura indu dell'età del bronzo (civiltà della valle dell'Indo) nell'India antica intorno al 2200 a.C, con le riserve aggiuntive che la scrittura è ancora indecifrata e non è ancora chiaro se si tratta di una vera scrittura, o se invece sia una sorta di proto-scrittura o sistema di segni non linguistici.
Una ulteriore possibilità è l'indecifrata Rongorongo, scrittura dell'Isola di Pasqua. Si è discusso se questo sia un vero sistema di scrittura, e se lo è, se è ancora un altro caso di diffusione culturale della scrittura. L'esempio più antico è, del 1851, 139 anni dopo il loro primo contatto con gli europei. Una spiegazione è che lo scritto è stato ispirato dal proclama spagnolo che sanciva l'annessione dell'isola nel 1770.
Esistono diversi altri casi noti di diffusione culturale della scrittura, dove il concetto generale di scrittura è stato trasmesso da una cultura all'altra, ma le specifiche del sistema sono stati sviluppati in modo indipendente. Esempi recenti sono il sillabario Cherokee, inventato daSequoyah, e il Pahawh Hmong sistema per scrivere la lingua Hmong.
 sistemi di scrittura si distinguono dagli altri possibili segni di comunicazione simbolica che prevedono di solito la comprensione di qualcosa della lingua parlata per comprendere il testo. Al contrario, altri sistemi simbolici possibili come ad esempio pitturamappe e matematica spesso non richiedono una preventiva conoscenza di una lingua parlata. Ogni comunità umana possiede una lingua, caratteristica considerata da molti come una condizione innata e definizione del genere umano (vedi Origine del linguaggio). Tuttavia lo sviluppo di sistemi di scrittura, e il processo attraverso il quale questi hanno soppiantato la tradizione orale di comunicazione è stato sporadico, irregolare e lento nel tempo. Una volta creati, i sistemi di scrittura hanno subito un cambiamento molto più lento rispetto ai loro omologhi parlati, e spesso hanno preservato caratteristiche ed espressioni non più attuali nella lingua parlata. Il grande vantaggio dei sistemi di scrittura è la loro capacità di mantenere una registrazione persistente di informazioni espresse in un linguaggio, che può essere recuperata indipendentemente dall'atto iniziale di formulazione.
Gli studiosi fanno una distinzione fra preistoria e storia delle prime scritture, ma non sono d'accordo su quando la preistoria diviene storia e quando la proto-scrittura diviene "vera scrittura". La data è molto soggettiva.La scrittura, in linea generale, è un metodo di registrazione delle informazioni ed è composta da glifi ( noti anche come grafemi).
L'emergere della scrittura in una data area è di solito seguito da diversi secoli di iscrizioni frammentarie. Con la presenza di testi coerenti (dai vari sistemi di scrittura e letteratura associata al sistema), gli storici segnano la "storicità" di quella cultura.
L'invenzione della scrittura non è stato un evento immediato, ma una lunga evoluzione preceduta dalla comparsa di simboli, possibilmente prima per scopi cultuali. Ricercatori canadesi della Università di Victoria suggeriscono che il simbolismo è stato utilizzato da pittori rupestri del Neolitico. "... von Petzinger e Nowell sono stati sorpresi dalla chiara modellazione dei simboli attraverso lo spazio e il tempo, alcuni dei quali rimasti costantemente in uso per oltre 20 mila anni. I 26 segni specifici possono fornire i primi barlumi di prova che un codice grafico è stato utilizzato da questi antichi esseri umani poco dopo il loro arrivo in Europa dall'Africa, o che possono avere portato anche questa pratica con loro. Se l'ipotesi è corretta, questi risultati contribuiranno al crescente numero di evidenze che testimoniano la "esplosione creativa" si è verificata decine di migliaia di anni prima di quanto gli studiosi pensassero".
La letteratura e la scrittura, anche se ovviamente collegate, non sono sinonimi. I primi scritti degli antichi Sumeri non costituiscono la letteratura - lo stesso vale per alcuni dei primi geroglifici o delle migliaia di ideogrammi degli antichi cinesi. La storia della letteratura inizia con la storia della scrittura e la nozione di "letteratura" ha significati diversi a seconda di chi la utilizza. Gli studiosi sono in disaccordo riguardo a quando uno scritto divenne letteratura e questo criterio è in gran parte soggettivo. Esso può essere applicato in senso lato come qualsiasi documento simbolico, che comprende tutto, dalle immagini alle sculture e alle lettere. I testi letterari più antichi, che sono giunti fino a noi, risalgono ad un millennio abbondante dopo l'invenzione della scrittura, ovvero alla fine del III millennio a.C.. I primi autori letterari noti sono Ptahhotep e Enheduanna, risalenti a circa il XXIV e XXIII secolo a.C., rispettivamente. Nelle prime società alfabetizzate, trascorsero almeno 600 anni per la comparsa delle prime iscrizioni (circa 3200-2600 a.C.).

Materiale in uso per la scrittura
Non vi è alcuna informazione molto precisa del materiale che era di uso più comune ai fini della scrittura all'inizio dei primi sistemi di scrittura. In tutte le epoche è stata consuetudine incidere su pietra o metallo o altro materiale resistente, allo scopo di assicurare la permanenza delle registrazioni, e di conseguenza, all'inizio della storia nazionale di Israele, è la lettura delle due tavole della legge scritta nella pietra, e della successiva scrittura delle leggi sulla pietra. In quest'ultimo caso c'è questa particolarità, che il gesso (sic, calce e gesso) è stato utilizzato insieme alla pietra, una combinazione di materiali che è illustrata dal confronto della pratica degli incisori egiziani, che, avevano prima cura di lisciare la pietra, riempire le parti difettose con gesso o cemento, per ottenere una superficie perfettamente uniforme sulla quale eseguire le loro incisioni. Metalli come quelli impiegati per la costruzione delle monete, sono menzionati come materiali di scrittura; fra questi piombo, rame e oro. Esistono anche riferimenti all'incisione di monili, sigilli, guarnizioni.
I materiali più comuni di scrittura erano le tavolette e i rotoli, le prime probabilmente di origine caldea, i secondi utilizzati dagli egiziani. Le tavolette dei Caldei sono tra i più notevoli dei loro resti. Ci sono pervenuti piccoli pezzi di argilla, un po’ rozzamente modellati in una forma simile a un cuscino, e fittamente incisi con caratteri cuneiformi. Uso simile si è trovato in cilindri cavi, o prismi di sei o otto facce, realizzati in terra cotta, spesso smaltata, in cui i caratteri sono stati tracciati con un piccolo stilo, in alcuni esemplari così minuziosamente da poter essere decifrati solo con l'aiuto di una lente di ingrandimento.
In Egitto il materiale di scrittura principalmente usato era di natura diversa. Sono state trovate tavolette di legno raffigurate sui monumenti, ma il materiale che era in uso comune, anche da tempi molto antichi, era il papiro. Questa canna, che si trova soprattutto nel Basso Egitto, ha dato diversi mezzi economici per la scrittura, il midollo veniva asportato e diviso, in pezzi sottili, da uno strumento appuntito, e quindi schiacciato e le strisce incollate insieme, altre strisce venivano disposte perpendicolarmente ad esse, in modo da fabbricare un rotolo di qualsiasi lunghezza. La scrittura sembra sia diventata più diffusa in Egitto con l'invenzione del papiro. Che questo materiale era in uso in Egitto da un periodo molto antico è attestato dai papiri ancora esistenti delle prime dinastie tebane. Così il papiro, essendo molto richiesto ed esportato in ogni parte del mondo, divenne molto costoso, e quindi vennero trovati altri materiali e tra questi è menzionata la pelle di animali, dato che pelli di animali sono state trovate nelle tombe. La pergamena, realizzata da pelli di pecora dopo la rimozione della lana per la fabbricazione del panno, era a volte più conveniente rispetto al papiro, che doveva essere importato al di fuori dell'Egitto. Con l'invenzione della carta fabbricata con la pasta di legno (cellulosa), il costo del materiale di scrittura iniziò un declino costante.
Alcuni esempi di scrittura su vari materiali. Alla fine, i primi libri stampati, grazie all'invenzione della prima macchina tipografica, ideata da Gutenberg.















































Il primo libro di Gutemberg, una pagina della Bibbia