POETANDO

In questo blog raccolgo tutti gli scritti, poetici e in prosa, disegni e dipinti di mia ideazione. Recensioni stilate da me e da altri autori. Editoriali vari. Pubblico poesie, racconti e dialoghi di vari autori.Vi si possono trovare gallerie d'arte, fotografie, e quant'altro l'estro del momento mi suggerisce di pubblicare. Sulla banda destra della home page, appaiono i miei e-book poetici ed altre sillogi di alcuni autori. Così come le riviste online de L'Approdo e de La Barba di Diogene, tutto si può sfogliare, è sufficiente cliccare sulla copertina. Aggiungo che , sempre nella barra a destra della home page ci sono mie video poesie, con sottofondo musicale. E' sufficiente cliccare sull'immagine per ascoltare testo e musica, direttamente da YouTube. Tutte realizzate dalla eclettica Anna Montella., Ci sono poi i miei libri scritti nel corso di circa 10 anni. Buona lettura e buon ascolto!

mercoledì, settembre 30

L'Europa se ne è andata da Ferrara!!! sigh!

Ultimi appunti su Europa a Ferrara

Sono appunto le cose rimaste indietro e risolte entro domenica 27 (e lunedì 28 a ore antelucane).
Mi avevi chiesto delle MINI CREPES d'OLANDA. Sono riuscita a avvicinarmi tanto da vederle fare:
il cuoco arriva con un enorme contenitore a beccuccio e versa la miscela semiliquida in cento bolle di un vassoio-fornello. Cuociono e crescono, diventando delle piccole conchiglie che vengono servite a porzioni di 6-8 con sopra una colata di nutella o cioccolato bianco. La gente ne va pazza! La trovi dappertutto a mangiarle.

Lo stand di SUOMI-FINLAND era quasi sotto casa con le tue amatissime renne e prezzi altissimi.

A un angolo, ecco l'intrecciatore cinese di foglie di granone (mais): escono delle cavallette che sembrano sul punto di saltar via e farfalle che non fai appena in tempo a vedere.

IRLANDA: Birra, Magliette e Allegria.

TAMBURI: domenica pomeriggio uno spettacolo improvvisato allo stand dell'AFRICA. Il titolare, un passante e uno standista alimentare col grembiule, seduto su una grande mano intagliata nel legno, hanno fatto della gran musica con le loro sole mani.  

All'una di notte di domenica sera lo spettacolo era concluso e gli ambulanti hanno cominciato a smontare, per prima la Taverna Greca che era stata la prima a arrivare. Il tutto in gran silenzio.
Alle 2 e mezza tutto era sgombro e i furgoni pieni, ripartiti. Restava un ritardatario che faceva ancora un lontano klang klang mentre caricava dall'altra parte del Parco Giordano Bruno.
Alle 5 le camioncine della Nettezza Urbana pulivano via in sordina i pochi rifiuti rimasti.

Ma, e i CESSI? Voglio dire gli splendidi gabinetti chimici che furono installati prima di ogni altra cosa?
Andarono via lunedì mattina, in un orario in cui potevo vederli andar via.
Peccato! mi sorpresi a pensare, erano stati sistemati proprio dove innumerevoli bisognosi, in loro mancanza, facevano uso della siepe.
Ma certo! Lasciarli vuol dire far loro manutenzione. E allora portateli via. Va un po' come sui treni pendolari, dove chiudono a chiave le porte dei cessi per evitare di lavarli.

Con fatica, data la stanchezza, ho scritto per finire il mio 'reportage' come lo chiami tu.
A domani,
Angie

Non mi resta che ringraziare Angela Fabbri per averci portato a spasso per il mercato di tipici prodotti alimentari d'Europa e anche di altri Paesi, come l'Egitto! E' stato come esserci andati di persona. Ho cercato nel web quelle cavallette e farfalle realizzate con intreccio di foglie di mais, senza alcun risultato. E avrei voluto vederle!
Dani 

martedì, settembre 29

La spazzola, vuoi dire?

Cosa, mi dai quella cosa che usa la cosa per pulire i miei cosi?
- ah, la spazzola vuoi dire?
- eh, ci vuol tanto a capire?




Gli italiani hanno spesso un cattivo rapporto con i sostantivi, e spesso sostituiscono i giusti vocaboli, con il termine "cosa", tant'è che un tedesco un giorno disse: " Gli italiani solo parlare, cosare fare, fare cosare".



Beh, a proposito di spazzole, ieri sono uscita di casa per andare nel mio giardino. Sul primo gradino della scalinata che conduce al cancello, vedo un oggetto strano, che mi ha ricordato proprio quella spazzola per pulire le scarpe dal fango e dalla pioggia. Ho pensato che fosse uno degli acquisti di mio figlio, poiché ogni tanto mi regala qualcosa di utile per la casa.
Mi chino per prenderlo in mano e guardarlo da vicino, quando vedo che si muove. Oh bella!
Poi due occhietti mi osservano fissi: era un porcospino, che subito si è rifugiato sotto il bosso, ed è scomparso dalla mia visuale.


Mi sono ricordata che, un paio d'anni fa, la mia vicina di casa aveva trovato un cucciolo di porcospino, e me l'ha portato perché me ne prendessi cura. Mai saputo come nutrire un piccolo di porcospino! Gli ho messo del latte in una ciotola, ma anche lui scomparve e non ne ebbi più notizia. Sarà lo stesso che è cresciuto? Non saprei, ma è possibile perché dal mio giardino, ben cintato, è difficile che qualche animale, a meno che non abbia la possibilità di arrampicarsi, possa scappare all'esterno.


Danila

La scoiattolina

L'incontro ravvicinato, tradotto anche in poesia:





LA SCOIATTOLINA

Ho colto dal nocciolo
I pochi e piccoli frutti
Da qualche ramo solo
Né belli e neppur brutti

Ho riempito le tasche
Di saporite noccioline
E al parco son seduta
Sotto fresche frasche

Arriva uno scoiattolino
Affannato e affamato
Sale sopra il tavolato
Venendo a me vicino

“Caccialo, ha la rogna!”
Mi urla il vecchio Piero
Ha la coda spelacchiata
Ma non è proprio vero!

Mentre con le manine
Afferra la nocciolina
Vedo le gonfie tettine
So così ch’è mammina

S’era la  coda spelata
Per farne un soffice nido
Alla piccola sua nidiata
Poiché il vello era lindo

Sempre insegna natura
Come vincere il timore
Una pur piccola creatura
Quando lo fa per amore.


Danila Oppio
Inedita

E qui sotto, una versione leggermente modificata. Qual'è la migliore?

LA SCOIATTOLINA

Ho colto dal mio nocciolo
I pochissimi e piccoli frutti
Dal ramo più basso, lì solo
Né belli ma neppur brutti.

Avevo ripiene le tasche
Di dolcissime noccioline
E al parco mi sono seduta
Sotto le tremule frasche.

Sbarcato uno scoiattolino
Affamato più che affannato
Fermo su quel tavolato
A me venuto vicino vicino.

“Allontanalo, ha la rogna!”
Mi grida il vecchio Piero
Ha la coda spelacchiata
Ma non era proprio vero!

Mentre con le zampine
Afferrava una nocciolina
Vidi le sue gonfie tettine
E capi che era mammina.

La grossa coda spelata
Per farne un soffice nido
Alla piccola sua nidiata
Poiché il pelame era lindo

Sempre insegna natura
Come può vincer timore
Una piccola sua creatura
Quando lo fa per amore.

Danila Oppio
Inedita 
  

lunedì, settembre 28

Un incontro ravvicinato


Prima di andare al parco, so per certo che farò degli incontri ravvicinati del terzo tipo: cani, tartarughe, oche, anatre, corvi e cornacchie, uccellini di ogni varietà e colore e….scoiattoli.
Di quelle bestioline, un tempo ve ne erano moltissime, non solo quelle grigie americane, ma anche qualcuna rossa europea. Ora quei pochi rossi non si vedono più, e il motivo pare sia quello di cui tratta l’articolo che riporto qui sotto. Non sono del tutto d’accordo su quanto dice questo servizio giornalistico che ho ripreso da:
 “Fermate lo scoiattolo grigio”, Francia e Svizzera contro l’Italia
Dopo l’Ue, anche i singoli Paesi in campo per tutelare gli esemplari rossi
Non solo l’Unione Europea ha inviato tre «raccomandazioni» ufficiali aprendo anche un «case file» contro l’Italia, cioè un severissimo avvertimento. Ma Francia e Svizzera - sebbene per il momento in modo informale - hanno già messo il Bel Paese sull’avviso: «Se troviamo anche un solo esemplare nei nostri boschi, sarà guerra». Diplomatica, s’intende. I cugini d’Oltralpe e gli austeri elvetici si riferiscono al solo apparentemente innocuo ma in realtà molto temibile scoiattolo grigio nordamericano (Sciurus carolinensis) introdotto in Italia negli Anni ’60, che sta invadendo i nostri boschi. Il rischio è che entro qualche anno la sua diffusione porti alla probabile estinzione dello scoiattolo rosso (Sciurus vulgaris), quello che, con la sua enorme coda e le simpatiche zampette usate come mani per mangiare le noci, vive da milioni di anni nelle foreste europee.  

L’allarme è stato lanciato a livello nazionale sebbene le regioni più colpite siano al momento Piemonte e Lombardia, proprio quelle che hanno in comune le montagne che fanno da confine con Francia e Svizzera. Ma problemi cominciano a presentarsi in qualche area del Centro Italia. Ora anche la Liguria di Ponente teme che l’avanzata da Nord del simpatico ma invadente mammifero «made in Usa», possa trasformarsi in una mortale invasione dei boschi. Nei giorni scorsi a Imperia è arrivato lo zoologo Andrea Marsan, dell’Università di Genova, per illustrare agli agenti della Polizia provinciale e al Corpo Forestale non solo gli areali di diffusione del mammifero americano, ma anche i metodi (pochi e poco efficaci) per combattere la dannosa proliferazione. I dati sono sconsolanti: l’Italia, grazie allo scarso senso ambientalista, eccessivo animalismo e a leggi inefficaci, è l’unico Paese europeo (insieme all’Inghilterra che però è un’isola) ad ospitare da oltre 20 anni il pericoloso scoiattolo. E non ha fatto nulla per liberarsene. «Il rischio è che i nostri figli e nipoti non possano più vedere lo scoiattolo europeo ma solo quello americano», dice preoccupato il professor Marsan.  

Gli scoiattoli grigi sono, fra le altre cose,  portatori sani di un virus che uccide la specie europea. In Italia, a creare il danno è stata negli anni 70 una signora genovese che, al ritorno da un viaggio in America, decise di portare nel giardino di casa sei esemplari di scoiattolo grigio. Non immaginava ciò cui avrebbe dato inizio. Lo stesso errore, il secolo prima, lo fece un lord inglese, che, poveretto, nulla sapeva di biodiversità: a bordo di un veliero salpato da Boston, approdò a Londra e fu un disastro. Nella brumosa Albione pare resista una sola colonia di scoiattoli rossi relegata sulla montagne scozzesi guardata a vista dagli agenti del Corpo Forestale di Sua Maestà. Solo che gli scoiattoli non possono attraversare la Manica. Dall’Italia, invece, possono invadere tutta Europa. Ora è scattata la corsa contro il tempo. Ma è una corsa che, difficilmente, si potrà vincere.  

E come dicevo, non sono d’accordo per il semplice fatto che, se questi esemplari sono più robusti di quelli rossi, hanno tutto il diritto di proliferare e abitare nei nostri parchi e boschi. Oltretutto, sono simpatici e belli da vedere, con quella loro coda argentata!
Anche ieri mi sono recata al parco, munita di un bel pugno di noccioline, prodotte dal mio nocciolo contorto, riposte dentro la tasca.

Percorrendo il viale che porta ai tavoli di legno e relative panche, collocate a ridosso del bar del parco, incontro sempre questi scoiattoli, che scendono di corsa dagli alberi, perché sanno che i frequentatori del parco li nutrono con nocciole, noci e arachidi. Non sempre mi ricordo di portar loro del cibo, ieri però non l’avevo scordato. Si avvicina uno scoiattolo troppo timoroso, non ha osato prendere dalle mie mani la nocciola, ed è scappato via, Gliela ho lanciata nel prato, ma neppure lì si è azzardato a soffermarsi, e si è arrampicato di corsa sui rami più alti di una quercia.
Allora raggiungo il mio posto abituale, mi siedo, e poco dopo arriva di corsa un altro scoiattolo, dalla coda un po’ spelacchiata. Prima viene accanto a me, sulla panca, e gli offro una nocciola, poi fingo di non vederlo, lo ignoro, e lui  salta sul piano del tavolo, a pochi centimetri dalle mie mani. Gli allungo una nocciolina, poi un’altra e un’altra ancora. Un signore anziano, che frequenta assiduamente il parco, mi grida dalla sua postazione: “Non toccarlo, allontanalo, perché ha la rogna, non vedi che è spelacchiato?”. Il suo pelame era lucido e senza difetti, solo la coda era come se fosse stata spiumata, a differenza di quella degli altri suoi simili, che l’avevano grossa e fitta di pelo.
Mentre il piccolino si è messo seduto, tenendo fra le manine la nocciola da sgranocchiare, ho potuto vedere il suo sottopancia, che mostrava una serie di mammelle gonfie, con i capezzoli grossi. Allora ho compreso. Era una giovane femmina che aveva partorito ed era in fase di allattamento. La mancanza dello spesso pelo sulla coda, era dovuto al fatto che si era privata della parte più soffice, per preparare il nido alla sua cucciolata. E che fame aveva! Di solito uno scoiattolo si accontenta di un paio di nocciole, poi scappa sugli alberi. Lei invece restava ferma vicinissima a me, e quando ho esaurito le nocciole, sgranava gli occhietti e con una zampina mi toccava la mano, come per dirmi che ne voleva ancora.  Che tenerezza! E allora, cari francesi e svizzeri, che importa se i nostri scoiattoli sono americani o italiani? Appartengono a questo nostro Pianeta, e incutono tanta tenerezza.
Danila Oppio


Ultimo giorno Europa a Ferrara

Ho letto tutto, Angela, e in giornata raccolgo le tue email in un unico documento e pubblico. Mi piace quello che racconti e come l'hai scritto. Molto piacevole, direi proprio divertente, e tutto ciò mi fa intendere che questo "mercato delle cose buone" ti ha attirato alla grande. Aspetto altre notizie, al tuo prossimo giro (in vestaglia e ciabatte!).
Buona domenica
Dani

Non proprio in déshabillé, a meno che non mi venga in mente qualcosa di imprescindibile da comprare, ma direi di no: ho speso in tutto una novantina di euro, cioè 30 per ogni giorno.
Mi sono regalata del buon cibo (le crocchette di patate, il prosciutto e le fette di pane umbro che mangerò stasera, una confezione sottovuoto di speck austriaco dall'aspetto magnifico da tenere per future use che già immagino) dei buoni dolci (un krapfen alla crema di vaniglia, una Sacherina cioè una fetta di Sachertorte, e 3 etti in tutto di biscotti Bretoni misti alla mela alle mandorle al cacao) degli ottimi formaggi piemontesi.
Mi sono regalata degli utensili da cucina, utili, appunto, ma non necessari, ho saputo sempre farne a meno cucino con quello che trovo nella casa dove mi trovo, ma via, questa volta me ne sono dotata.

L'unica sbavatura è stata l'acquisto di una spada di legno fatta a mano del valore di 5 euro, ma, abbi pazienza, sono rimasta incantata dalla bancarella artigiana per le seggioline i cavallini a dondolo e poi... per un cesto pieno di matterelli di ogni foggia e misura, ce n'era uno piccolino che sembrava proprio per me e anche i taglieri, il più piccolo era già mio nella mia mente... quando mi sono ricordata che ho ben 3 matterelli e un tagliere che ho fatto sistemare sotto il piano del tavolo di marmo in cucina. E allora no! Ma mi sono attardata intorno alla bancarella che ridondava di mille oggetti per la via e ho visto 'LA SPADA di LEGNO' piccola e con un manico ben fatto. E allora " Questa me la regalo! E che nessuno dica niente! ". Davvero una bambina. Chi poi avrebbe detto qualcosa, se non io stessa che sono Genitore Adulto e Bambino, visto che non ho più padre e madre e sono senza figli. 
Cosa me ne farò poi di questa spada di legno? 
Adesso, dopo aver ritirato il bucato e rifatto il letto e averti scritto, vado a lavare i piatti. Poi mi fermo, ceno e ne riparliamo.
Ciao!
Angela

Sai, Angela, continuo a rimanere meravigliata dal tuo modo di raccontare le cose, anche quelle che per altri potrebbero sembrare banali, le sai descrivere così bene, che ero lì, a seguirti nelle tue faccende affaccendata! Compere, cibi, spada di legno, vedevo tutto e mi incantavo  anch'io. Ti pongo una domanda, (non il Pongo di plastilina!): ma posso pubblicare anche questo tuo racconto? Mi piace il proseguo del tuo girovagare tra le bancarelle, per trovare qualcosa di interessante. E come lo racconti.
Aspetto tua conferma o diniego (che spero non avvenga) e poi mi regolo di conseguenza. Oggi dovrebbe essere stato l'ultimo dei tre giorni spenderecci e mangerecci. Ho pubblicato la locandina, e ho visto che l'evento terminava oggi.
Avrai già cenato. 
Dani

Ho finito poco fa. Ho mangiato come un bove, un bove che mangia sempre e solo 2 volte al giorno: colazione e cena. Stasera ho anche finito l'ultima fetta della torta di mele sfornata lunedì col forno NUOVO (divino!).
Capirai io non riesco mai a mangiare molto, anche se faccio molto moto ogni giorno, in casa e fuori, e così avevo voluto assaggiare le specialità offerte dal mercato ambulante.
Grazie dei complimenti per i miei scritti, non ho rinunciato a scrivere, solo, per adesso non scrivo romanzi, ma ho messo molto a posto la casa e nella libreria dietro di me c'è uno scaffale con un quaderno dai fogli a strappo: tutte le volte che mi viene da pensare qualcosa di interessante lo butto giù lì con la penna.
Per finire il discorso sugli acquisti e le spese fatte, ti dirò che ho rinunciato ai gnocchi al tartufo di un altro stand dell'Umbria che ho davanti a casa e ho pure rinunciato alla porchetta toscana. Però ho comprato un barattolino di salsa al tartufo bianco e 2 vasetti di miele di castagno e finalmente ho assaggiato dal produttore il miele amaro di corbezzolo (non è poi così amaro, ma costa moltissimo).
Sono un po' stanca. Dopotutto sono 3 giorni che viaggio su e giù per mezza Europa con soli... 90 euro: che record!
Il resto o più tardi o domani.
Buona Notte!
Dimenticavo: pubblica, se è roba carina!
Angela

Oh, grazie! Certo che è roba carina, anzi, proprio di piacevole lettura, allora domani metto insieme il tutto e ...al VOLO!
ciao! Dani

E quanti cani ho visto alla Fiera oggi pomeriggio! A guinzaglio basso fra le bancarelle o portati fra le braccia attraverso l'odore di cocco e di biscotti, sempre tranquilli e beneducati ad aspettare che il loro papà-mamma scegliesse cosa comprare.
Solo uno si è permesso di far rissa: un piccoletto ha brontolato forte contro il grosso cane irlandese che è corso dietro il banco a nascondersi.
Questa Fiera è stata l'oasi dei cani. In gruppo o singoli erano tutti tranquilli a assaporare i profumi che non smettevano mai.
E come posso dimenticare i due cagnoni, uno bianco e uno grigio che dormivano saporitamente distesi fra le zampe del loro 'padrone' seduto a una birreria...
Mi sono fatta un dovere, oggi pomeriggio, di ridare spazio con lo sguardo ai Fiori d'Olanda al Parco dell'Acquedotto e ci ho fatto una corsa in bicicletta.
C'erano soprattutto Calle e Eriche e anche Roselline. E una fila di Bulbi, di Tulipano penso, dentro delle grosse cassette di legno. E una signora bionda teneva uno di quei grossi bulbi in mano e sorridendo dialogava col giardiniere. "Ecco, è come se ci fosse qui la Danila, lei ama tanto i bulbi". A me sembrava solo una grossa cipolla, e qui si vede la differenza fra me e te, Dani, io penso solo al cucinare e tu anche ai fiori.
Ho proseguito e si è riaperta davanti a me la distesa di ciclamini (con su ogni tanto le scritte 'Resistono anche al freddo intenso) con petali rossi a bordo bianco. E lì ho pensato a mia madre che li amava tanto e allora mi sono trattenuta, li ho guardati spaziando con gli occhi e li ho fotografati per la mia mamma, quei ciclamini, perché li vedesse attraverso me.
E' cosa che ogni tanto faccio per mio padre quando fanno rivedere i bei gol delle partite di calcio...   
Angela

Bello il racconto dei cani visitatori della Fiera! Ma vorrei attardarmi a risponderti a questo tuo racconto sui fiori, che porta con sé tanti tuoi ricordi familiari. E' bello ricordare anche piccoli particolari, che riempiono cuore e mente e ci riportano accanto, in quegli attimi, i nostri cari.
Ti racconto un aneddoto che mi è capitato, a proposito dei bulbi di tulipano e di narciso.
Due autunni fa, mi ero data alla pazza gioia nell’acquistare un'infinità di bulbi. Soprattutto avevo scelto diverse varietà di tulipano, alcune davvero strane, particolari. Le piantai in giardino, aspettando la primavera per godermi la fioritura. Ed infatti fu un tripudio di colori. Poi, come capita, anche quella finì, e dissotterrai i bulbi, li avvolsi in una pagina di giornale, e li riposi nel sottoscala, dove tengo le scorte alimentari, e...me ne dimenticai. Lo scorso autunno mi ritornarono in mente, li cercai per rimetterli a dimora nell'aiuola, e non li trovai. Eppure ero certa di averli conservati. E qui mi ricollego al tuo dire che il bulbo ti sembrava una grossa cipolla. Così è sembrato anche a qualcun altro di casa che, trovato il cartoccio di quelle che sembravano cipolle un po' rinsecchite, le ha allegramente gettate in pattumiera! 
Buon risveglio (ps: non avendomi descritta questa tua spada di legno, non ho avuto indicazioni sul colore e sulla forma, quindi molto probabilmente quella illustrata non somiglia neppure da lontano alla tua).
Dani
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