POETANDO

In questo blog raccolgo tutti gli scritti, poetici e in prosa, disegni e dipinti di mia ideazione. Recensioni stilate da me e da altri autori. Editoriali vari. Pubblico poesie, racconti e dialoghi di vari autori.Vi si possono trovare gallerie d'arte, fotografie, e quant'altro l'estro del momento mi suggerisce di pubblicare. Sulla banda destra della home page, appaiono i miei e-book poetici ed altre sillogi di alcuni autori. Così come le riviste online de L'Approdo e de La Barba di Diogene, tutto si può sfogliare, è sufficiente cliccare sulla copertina. Aggiungo che , sempre nella barra a destra della home page ci sono mie video poesie, con sottofondo musicale. E' sufficiente cliccare sull'immagine per ascoltare testo e musica, direttamente da YouTube. Tutte realizzate dalla eclettica Anna Montella., Ci sono poi i miei libri scritti nel corso di circa 10 anni. Buona lettura e buon ascolto!

mercoledì, giugno 24

Alcuni esempi di attentati linguistici 3 parte

  Quella formulata da Silvio Coccaro è una normale ipotesi di scuola. Nel modo come è strutturata si tratta di due soggetti, due località su cui decidere quale raggiungere a seconda del tempo e due termini di congiunzione o disgiunzione. Luca e Marco andranno al mare e/o in montagna. Penso che chiunque, senza volerne fare un’ipotesi di scuola, l’avrebbe raccontata così: Luca e Marco andranno al mare o in montagna. Proprio perché i due soggetti sono d’accordo di raggiungere una o l’altra delle due località; tanto che mettono il naso fuori dalla finestra e decidono: mare o montagna.
   A mio avviso la frase è sbagliata per la inutilità delle due espressioni e/o, per l’assenza di un altro fattore che l’avrebbe fatta ritenere utile seppure non sicuramente errata.
  
Poniamo il caso della presenza di un terzo fattore. Potrebbe essere dato da una diversa ipotesi di scuola come la presente. Luca e Marco potranno venire a pranzo da me se conferiranno pane e/o cipolla. Nel senso del conferimento condizionato di pane e cipolla e, in assenza del pane o della cipolla, di venire ugualmente con quello dei due di cui hanno la disponibilità.

   Altri attentati.
   Quella italiana è una lingua che si presta male ad essere perfetta.La base è composta dal soggetto, predicato e complemento, ma una frase si può costruire in più modi diversi. Soggetto, predicato e complemento sono in ordine, ma qual è l’obbligo che ci impone da quale io posso o devo cominciare, o con quale finire?
   Chiusa la parentesi.
   Non c’è dubbio che i neologismi sono un arricchimento per una lingua che non vuole invecchiare e la distinzione per una popolo che non brami di essere colonizzato.

   Se una cosa va bene perché debbo dire "ok"? E se debbo fermare una persona per chiedere aiuto, invece di alt le debbo dire stop, per quale ragione? Se la traduzione e la costruzione di un nuovo vocabolo possono avere luogo, io direi che saggezza vuole che vengano inseriti tra i nostri vocaboli tradotti in modo che ne resti il significato semantico. Voglio pensare che anche se conoscessimo bene delle lingue straniere non maltratteremmo quella italiana.  


    Tommaso Mondelli

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