POETANDO

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martedì, luglio 11

SYRIA COM'ERA 6: IL KRAK DEI CAVALIERI

Quando i monaci guerrieri dell'Ordine degli Ospedalieri iniziarono i lavori di fortificazione del Crac des Chevaliers, il monumentale castello crociato al confine tra Siria e Libano oggi patrimonio dell'Unesco, lo dovettero attrezzare per resistere alla violenza degli uomini e a quella della natura. L'imponente fortezza ha attraversato quasi nove secoli tra guerre e terremoti, guadagnandosi la fama di inespugnabile. Una fama che pare destinata a resistere anche alla guerra civile siriana in corso.
La guerra in Siria. Il 20 marzo 2014 le truppe leali al governo di Damasco hanno fatto il loro ingresso nel castello crociato, tenuto negli ultimi due anni da forze ribelli. Gli scontri hanno lasciato il segno sul Crac - fori di proiettile, crateri di missili e granate, crolli - ma la struttura nel complesso è rimasta integra. Seguendo il canovaccio di uno strano ricorso storico, i lealisti di Assad non hanno oggi tolto il castello ai ribelli con le armi, così come ieri non ci erano riusciti i musulmani con i crociati. Secondo quanto riferito da fonti locali, gli assedianti avrebbero concesso agli assediati di andarsene vivi in cambio della fortezza. Lo stesso identico accordo che il sultano mamelucco Baybars raggiunse nel 1271 con gli ultimi crociati che occupavano il Crac.
  



Panoramica del Crac des Chevaliers, o Krak dei Cavalieri. Il nome del castello, in lingua araba, è Hisn al-Akr'd, che letteralmente significa fortezza dei curdi (foto WikiMedia Commons).
Il presidio strategico. Oggi la conquista della fortezza ha un valore più che altro simbolico. Il punto di svolta nei combattimenti nell'area si è avuto quando le truppe governative hanno conquistato Yabroud, una cittadina al confine col Libano, fondamentale per gli approvvigionamenti di armi per i ribelli al regime di Assad. Il resto della regione è caduto di conseguenza. In passato tuttavia era il castello il più valido presidio di una posizione strategica: dominando la valle della Beqa, che si snoda tra i monti Libano e Antilibano, consente l'accesso dall'interno del Paese alla costa mediterranea.

Storia del Crac. Un primo insediamento islamico risale al 1031, quando su ordine dell'emiro di Aleppo i soldati curdi fortificarono la collina scoscesa che domina la valle, ma la sua forma attuale è principalmente dovuta al lavoro dei crociati. Tra il 1144 - quando il Crac venne donato agli Ospedalieri dal re di Tripoli - e il 1271, il castello è stato costantemente rafforzato.

Inespugnabile. All'apice della sua storia il Crac poteva contenere duemila soldati e approvvigionamenti per cinque anni di assedio. Si estende per un'area di circa 3 ettari (30.000 metri quadrati), è protetto da due cinte murarie e da un fossato interno. Molti condottieri musulmani tentarono inutilmente di conquistarlo. Il Saladino (1138-1193) scelse di evitare un bagno di sangue e si limitò ad aggirare la fortezza inespugnabile. Solo quando la presenza crociata in Medio Oriente fu quasi del tutto annientata, che anche il Crac dovette arrendersi. 
 
Clemenza o eccidio? La fortezza poteva ormai contare su 200 difensori appena, dei quali 60 Ospedalieri. Dopo circa un mese di assedio e costanti bombardamenti con le catapulte, il sultano Baybars preferì trovare un accordo con i crociati, garantendo loro un salvacondotto fino a Tripoli per potersi imbarcare. Oggi come allora, però, rimangono i dubbi sul rispetto dell'accordo. Tanto gli storici medievali quanto gli odierni cronisti della guerra civile siriana riportano il dubbio che, una volta abbandonato il castello, i suoi difensori siano stati trucidati dagli assedianti.

A seguire, alcune foto da me scattate in Syria nel 2006. Alla fine, qualche foto ripresa dal web, dopo i recenti bombardamenti.


































 E oggi com'è?









Il gigantesco complesso ha subito ferite, ma non è del tutto crollato.
Danila Oppio

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