POETANDO

In questo blog raccolgo tutti gli scritti, poetici e in prosa, disegni e dipinti di mia ideazione. Recensioni stilate da me e da altri autori. Editoriali vari. Pubblico poesie, racconti e dialoghi di vari autori.Vi si possono trovare gallerie d'arte, fotografie, e quant'altro l'estro del momento mi suggerisce di pubblicare. Sulla banda destra della home page, appaiono i miei e-book poetici ed altre sillogi di alcuni autori. Così come le riviste online de L'Approdo e de La Barba di Diogene, tutto si può sfogliare, è sufficiente cliccare sulla copertina. Aggiungo che , sempre nella barra a destra della home page ci sono mie video poesie, con sottofondo musicale. E' sufficiente cliccare sull'immagine per ascoltare testo e musica, direttamente da YouTube. Tutte realizzate dalla eclettica Anna Montella., Ci sono poi i miei libri scritti nel corso di circa 10 anni. Buona lettura e buon ascolto!

venerdì, novembre 27

Mafiaboy di Silvio Coccaro

Mafiaboy
Mafiaboy fu il nickname scelto da Michael Calce, hacker di Bizard, una grande isola a nord ovest di Montreal [Canada]. Egli salì agli onori della cronaca per aver lanciato,  nel mese di febbraio del 2000, alla tenera età di 15 anni, una serie di attacchi di tipo Distributed Denial of Service [DDoS] contro grossi siti di commercio elettronico come Yahoo! [operazione da lui denominato: Project Rivolta (in italiano!)], Amazon.com, Fifa.com, Dell, E*Trade, eBay e CNN. Ciò creò scalpore perfino sulla stampa internazionale.
Un attacco informatico DDoS ha lo scopo di rendere indisponibile un servizio di rete ai suoi utenti legittimi. Per questo:
·      si ricorre all’inondazione di una rete con traffico tale da impedirne il funzionamento;
·      si creano perturbazioni alle connessioni tra due computer, per impedire l’accesso ad un servizio specifico;
·      si nega l’accesso ad un servizio ad un determinato individuo;
·      si inviano  miliardi di byte ad un sito Internet;
·      si blocca un file server o si rende impossibile l’accesso ad un sito web o si impedisce ad un’impresa di scambiare al suo interno messaggi di posta elettronica.


Mafiaboy


 Per portare a compimento i suoi attacchi, Mafiaboy ricorse a software fornitigli da altri hacker poiché egli non conosceva il linguaggio C in misura tale da consentirgli di creare per conto proprio i programmi  atti a compiere azioni di tipo Distributed Denial of Service. Per questo scopo adoperò il software trinoo, che egli aveva  realizzato assieme ad un altro elemento del gruppo di hacker di cui faceva parte. Era chiaro, per l’FBI [Federal Bureau of Investigation] e la GRC [Gendarmerie Royale du Canada alias le «Giubbe Rosse» alias la Polizia a cavallo]  che lo sorvegliavano, che egli non fosse un hacker di talento ma piuttosto uno script-kiddie [È, questo, un termine dispregiativo con cui si indica chi essendo sprovvisto di reali competenze di sicurezza informatica passa il suo tempo cercando di infiltrarsi nei sistemi altrui utilizzando software scritti da altri]. Invece, egli stesso dichiarava di non essere né l’uno né l’altro, ma «piuttosto una via di mezzo tra essi». Eppure, ancor oggi, i suoi attacchi sono quelli che hanno causato le perdite economiche più ingenti.
L’FBI e la GRC avevano cominciato ad interessarsi a Mafiaboy dopo che questi, in canali  IRC [Internet Relay Chat – un protocollo Internet di messaggistica istantanea], aveva affermato di essere proprio lui l’autore dei cyber-attacchi. Divenne poi il sospettato numero uno dopo che si ebbe vantato, di nuovo in IRC [sempre sorvegliata dall’FBI e dalla GRC], di aver bloccato il sito web di Dell, informazione che fino a quel momento non era stata resa pubblica. Per questo fu arrestato il 15 aprile del 2000.
In ottemperanza alla legge canadese, la sua vera identità fu mantenuta segreta dal momento del suo arresto e per tutta la durata del processo, perché lui era minorenne. In seguito, il poliziotto della GRC che l’aveva arrestato gli propose di lavorare per potenziare la sicurezza di Internet. Mafiaboy si rifiutò di incontrarlo a causa dei  modi rudi con cui questi aveva trattato la sua «opera criminale». Al momento del suo arresto, Mafiaboy aveva negato di aver sferrato quei cyber-attacchi, dichiarando di non aver fatto altro che eseguire esperimenti per creare un buon firewall. Successivamente, nel primo giorno del processo, modificò la sua versione dei fatti e si dichiarò colpevole di 56 capi d’accusa rispetto ai 66 che pendevano sulla sua testa. Fu condannato dalla Montreal Youth Court ad otto mesi di «open custody» [custodia in residenza aperta in cui vi è il minimo uso di dispositivi di sicurezza interna e di sicurezza perimetrale dove i giovani vivono obbligatoriamente e sotto supervisione], ad un anno di libertà vigilata, a limitazioni nell’uso di Internet e ad una piccola multa.
Conseguenze: questi attacchi, oltre ad aver inflitto un cospicuo danno economico a diverse multinazionali americane, stimato in 1,7 miliardi di dollari USA, stigmatizzarono brutalmente quanto i siti web siano vulnerabili agli attacchi di tipo Distributed Denial of Service.
Epilogo: a  partire dal mese di settembre del 2005, Michael Calce cominciò a scrivere su Le Journal de Montréal una serie di articoli sulla sicurezza informatica. E nel 2008 uscì allo scoperto con un’opera autobiografica dedicata soprattutto ai suoi cyber-attacchi.  Poi, il 26 ottobre 2008, nella trasmissione televisiva Tout le monde en parle [Tutti ne parlano] di Radio Canada confessò di non volere più essere indicato col nome di Mafiaboy ma solo col suo vero nome, Michael Calce, affermando contestualmente che Mafiaboy era morto. Affermò pure di non aver agito per arricchirsi ma solamente per divertirsi e per verificare le sue capacità. Al giorno d’oggi, Michael Calce è occupato a vendere ai comuni utenti di computer diversi programmi che contrastano le attività dei criminali informatici.
Bibliografia:

Michael Calce, Mafiaboy: How I Cracked the Internet and Why It's Still Broken, Viking Canada,‎ 30 settembre 2008

Silvio Coccaro

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