POETANDO

In questo blog raccolgo tutti gli scritti, poetici e in prosa, disegni e dipinti di mia ideazione. Recensioni stilate da me e da altri autori. Editoriali vari. Pubblico poesie, racconti e dialoghi di vari autori.Vi si possono trovare gallerie d'arte, fotografie, e quant'altro l'estro del momento mi suggerisce di pubblicare. Sulla banda destra della home page, appaiono i miei e-book poetici ed altre sillogi di alcuni autori. Così come le riviste online de L'Approdo e de La Barba di Diogene, tutto si può sfogliare, è sufficiente cliccare sulla copertina. Aggiungo che , sempre nella barra a destra della home page ci sono mie video poesie, con sottofondo musicale. E' sufficiente cliccare sull'immagine per ascoltare testo e musica, direttamente da YouTube. Tutte realizzate dalla eclettica Anna Montella., Ci sono poi i miei libri scritti nel corso di circa 10 anni. Buona lettura e buon ascolto!

martedì, ottobre 1

Letizia


Letizia ha quasi la mia età. Già, ed io quanti anni ho? Diciamo che sono arrivata al terzo stadio degli “anta”. Sono felicemente nonna, ma mi trovo spesso a soffermarmi sulle avversità della vita: la salute traballante, qualche ruga di troppo, così come la linea non più snella come un tempo. E mi lamento di come vanno le cose, dell’insicurezza dei posti di lavoro, delle scarse aspettative riguardo al futuro dei nostri ragazzi. Così capita che non riesca a sorridere molto spesso, intristita e insoddisfatta.
Ma stavo parlando di Letizia, non di me.
L’ho incontrata proprio oggi. Mi saluta agitando le braccia, dall’altra parte del marciapiede, mi corre incontro, dondolando un po’, con la sua zazzeretta corta, e la prima cosa che mi chiede, sempre la stessa, è:
“Mi vuoi bene?” Alla mia risposta affermativa, mi abbraccia quasi a stritolarmi, e baciandomi entrambe le guance, mi dice:
 “Ti voglio bene anch’io!”.
 Poi aggiunge:
“Aspetta, ti faccio vedere una cosa” e con aria misteriosa, toglie dalla borsetta un oggetto e me lo mostra: si tratta di un telefonino. Gongolante, mi racconta che glielo ha regalato suo fratello medico.
 “Bello!”- Le rispondo, Allora mi mostra anche il braccio sinistro, dove campeggia un orologio da polso, di colore rosso e circondato da tanti brillantini.
“Stupendo!” - Le dico e lei, felice, m’informa che glielo ha donato l’altro suo fratello, quello che lavora in Cina. E lei, sprizzando felicità da tutti i pori, ribatte: “Eh, si, sono la loro sorellina piccola”.
Letizia è un nome che le calza a pennello, perché è sempre allegra, felice di vivere, contenta anche se le regali un pupazzetto di peluche. Vi chiederete come mai una persona di “anta” anni, fa salti di gioia se le regali un giocattolo. Non lo avete ancora capito? Letizia è una donna che comincia ad avere qualche capello bianco, ma è rimasta bambina. Il suo cervello ragiona come se il suo orologio biologico si fosse fermato a dieci anni ma, al contrario degli atteggiamenti che si riscontrano in una scolara, che comprendono capricci o richieste a volte assurde, Letizia non chiede nulla, se non quella frase che pronuncia quando incontra qualcuno che conosce.: “Mi vuoi bene?”. Come si fa a non volerle bene, caspita! Ti avvolge di luce, ti riveste di gioia, ti fa dimenticare ogni amarezza, proprio lei che non è stata baciata dal destino, che non ha una vita che noi definiremmo normale. E allora ti chiedi: “Per quale motivo mi devo lamentare, io che ho avuto la fortuna di nascere sana?”.
Letizia è rimasta a casa, a far compagnia alla vecchia madre, poiché i fratelli sono lontani, e con la sua costante allegria, cancella la tristezza della mamma, addolorata per aver messo al mondo una figlia “diversa”.
Quanto sia veramente diversa Letizia, c’è da chiederselo. Lavora presso un Onlus per disabili, e svolge egregiamente la sua attività di assemblaggio penne, per poi inserirle nelle rispettive scatole. Inoltre si occupa delle faccende di casa, rendendosi utile come può. Ci si accorge che è “diversa”, per certe sue uscite infantili, come quella di salutarmi dicendo: “Adesso devo scappare, perché sono la segretaria del Parroco, e lui mi sta aspettando” Allora va da lui, lo saluta, riceve qualche caramella come ringraziamento per la visita, e se ne torna sui suoi passi, sicura che il Parroco è stato contento di quello che lei ritiene essere il suo servizio di segretaria: il dono di un sorriso gratuito, che è sempre un gran servizio,  molto gradito ad un sacerdote preoccupato per le nuove povertà cui deve in qualche modo far fronte.
Non bisogna prendersela con Dio, o con la sorte, se nascono persone così: sono un dono. Ci fanno comprendere quanto sia fortunato chi è nato senza problemi, chi ha avuto figli sani: pure io cancello ogni ubbia, e torno a sorridere alla vita.
Riprendo a camminare verso casa, contagiata dal sorriso di Letizia, dalla sua disarmante ingenuità, colma di amore ricevuto e donato.

 Danila Oppio
Inedita

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